E’ sempre in atto l’offensiva cattolica contro la legge n. 194/1978 che regolamenta l’aborto e che ha portato ad una drastica riduzione degli aborti reali nonostante l’aumento considerevole degli abitanti, compresi quindi i cittadini stranieri (extracomunitari e non). Essa ha varietà di argomenti anche contraddittori perché si va da quelli più moderati di non volerla abolire ma renderla più rigorosa, a quelli talibaneschi che chiamano l’aborto omicidio e che vogliono la totale abolizione di tale legge. Un esempio eclatante si ha a Ravenna nelle scritte comparse recentemente in Piazza della Resistenza che terminano con un eversivo è giusto ribellarsi. Il fondamento di tali e vari atteggiamenti sta tutto nell’affermazione teologico-filosofico dell’attuale papato che appena l’ovocita femminile umano è fecondato dallo spermatozoo maschile umano nasce una nuova persona. Cioè lo zigote (ovocita fecendoato) o, meglio ancora, lo zigote appena alcune ore dopo che si è formato con la fecondazione, nel quale si sia appena costituito il nuovo DNA dalle due parti dei DNA genitoriali, base della nuova vita, è già una persona umana secondo l’attuale – e recente, ma non perenne – concezione della Chiesa cattolica. Con questa posizione i cattolici non si avvedono della mastodontica contraddizione in cui si sono messi. Infatti è noto che solo una minima percentuale dgli zigoti riescono a diventare veri e propri embrioni (scientificamente di embrioni si può parlare quando lo zigote, sviluppatosi in blastocisti è riuscito ad attecchire e svilupparsi nell’endometrio. La grandissima maggioranza degli zigote muore. Nel testo di R. Jones, K. Lopez Human reproductive biology (2006) si afferma che solo il 3-5% degli zigoti giunge alla nascita. Tutto ciò significherebbe, seguendo la dottrina attuale della Chiesa che Dio non ama la vita. Evidentemente, o si accetta questa logica deduzione – inaccettabile per qualsiasi credente – oppure si ammette che l’attuale dottrina cattolica è sbagliata.
(Carlo Ballardini)