Azimut Spa, società controllata con oltre il 50% dal Comune di Ravenna, ha inaugurato pochi giorni fa, nella zona cimiteriale della città, il nuovo forno crematorio cui è affiancata una sala del commiato, priva di simboli religiosi.
La sala del commiato è disponibile anche nel caso la salma venga inumata o tumulata. Sono disponibili circa 30 posti ed è in via di allestimento l’impianto di amplificazione. E’ previsto il pagamento di una quota.
E’ un segnale importante di attenzione nei confronti di tutti i cittadini – almeno di quelli residenti in città – e non possiamo che valutarlo positivamente. La legge definisce il Comune come l’ente locale che rappresenta la propria comunità, ne cura gli interessi e ne promuove lo sviluppo: risulta quindi una scelta politica condivisibile quella di dotare l’ambito cittadino di un luogo in cui anche le sensibilità filosofiche atee ed agnostiche possano trovare cittadinanza.
È una buona notizia e me ne rallegro con voi; una migliore sarebbe stata che la sala non si trovasse in area cimiteriale – molto connotata culturalmente e piena di simbologia religiosa – ma in una zona residenziale o almeno neutra, ad esempio fuori città: in questo modo gli incontri avrebbero un sapore più laico e si potrebbe – in ossequio a quanto disposto dal defunto – organizzare ascolti di musica, poesia o di altre piccole performance artistiche senza timore di urtare la suscettibilità dei presenti.