Oggi ho ricevuto copia di un articolo pubblicato sul settimanale Risveglio 2000 dell’Archidiocesi di Ravenna-Cervia in cui si critica la scrittrice Giuliana Sgrena per il suo libro “Dio odia le donne”. Per chi avrà la pazienza di leggerli, riporto gli articoli e la mia risposta appena inviata, con la speranza di essere pubblicato.
Gentile Direttrice, mi chiamo Claudio Pagnani, un attivista della Uaar e, ho avuto modo casualmente di leggere il suo articolo “Dio non odia le donne” sul settimanale da lei diretto nel quale critica la scrittrice Giuliana Sgrena in merito al suo libro “Dio odia le donne” con il quale sostiene il contrario.
Lei a sostegno della infondatezza delle tesi della scrittrice “comunista” (d’altra parte è l’autrice stessa a definirsi tale) porta alcuni esempi in cui diverse donne, non ultima Maria, la madre di Dio, sono invece al centro dell’attenzione della divinità, pertanto non è affatto vero che le odi. In aggiunta , afferma anche che la stessa non porta nessuna esegesi a sostegno di quanto afferma nel suo libro. Eppure nelle “Sacre Scritture” di esempi in cui la “divinità” fa di queste affermazioni ce ne sono molte a cominciare propria da Eva che, voi credenti ritenete la madre di tutti noi : Gen 3-4 vers.16:
“ Moltiplicherò i tuoi travagli e le doglie delle tue gravidanze, nella sofferenza partorirai figliuoli; verso tuo marito ti spingerà il tuo desiderio ed egli dominerà su di te.”
Non mi dilungo a cercare fra le pagine dell’Antico e del Nuovo Testamento , quante siano le affermazioni violente di un Dio che dovrebbe essere “padre/madre” di tutto il genere umano e non mi pare proprio il caso di portarlo a esempio.
Tuttavia se lei non si fosse fermata a leggere sola la “quarta di copertina”, ma avesse letto qualche pagina in più, si sarebbe accorta che l’autrice addossa la responsabilità delle religioni agli uomini che l’hanno presa a pretesto per dominare sulla donna. Non solo, ma viene presa a pretesto per dare una sorta di “legittimazione sacra” a quanto affermato e insegnato dalle Gerarchie Ecclesiastiche per il controllo delle coscienze di tutte e tutti.
D’altra parte è solo nella religione cristiano cattolica , nella ebraica e nella musulmana che le donne non sono ammesse al sacerdozio, in quanto il “Profeta o la divinità” erano maschi. Fino a non molti anni fa, Maria di Magdala, era ritenuta la prostituta cui Gesù aveva perdonato i suoi peccati; le donne non possono essere ammesse dinanzi alla divinità perché hanno le mestruazioni e da sempre il sangue è ritenuto impuro e il sesso un tabù. Il patriarcato predicato dalle tre religioni monoteiste in particolare, è dinanzi agli occhi di tutti. Non bastano certo i pochi monasteri femminili con una certa autonomia portati a esempio da lei. Le potrei citare un’altra donna Maria del Carmen Tapia ex Numeraria dell’Opus Dei nel suo libro: Oltre la Soglia, ed.Baldini & Castoldi 1996 ,in cui critica fortemente quell’apparato fortemente maschilista e del culto della “persona” per il suo fondatore :San Josemaria Escrivà de Balaguer.
Quanto alla carità cristiana, la chiesa dei poveri, cui fa spesso riferimento Papa Francesco , ebbene lo Stato del Vaticano è lo Stato più piccolo del mondo, ma il più ricco del mondo. Non stride con i principi cui si ispirano i Vangeli e lo stesso pontefice ? Dice: chi sono io per giudicare? Eppure quando lo Stato Francese invia il proprio candidato quale Ambasciatore presso la Santa Sede, Laurent Stefanini, cattolico praticante ma gay, allora non danno risposta. (http://www.corriere.it/…/ambasciatore-vaticano-francia-gay-…)
Si condannano l’aborto, il divorzio, l’eutanasia e non si tiene in alcun conto che queste esigenze sorgono spontanee da una domanda di assunzione di “responsabilità”, di libertà decisionale del tutto personale. Noi atei riteniamo che il solo genere umano sia responsabile delle proprie azioni e solo a noi la colpa o il merito, a seconda delle circostanze, dell’esito delle nostre azioni. Non c’entrano nè Dio, nè le religioni che sono solo uno strumento in mano alla casta sacerdotale per decidere quale educazione, quali regole impartire con la complicità dei tanti devoti laici.
Quante guerre e quanti stermini sono stati fatti in nome di una religione e quanti invece in nome della laicità?
Concludo pertanto, auspicando di trovare ospitalità nel suo settimanale e, permettendomi una piccola precisazione: Giuliana Sgrena è stata sequestrata nel 2005 non nel 2015 come da lei riportato, ma credo sia dovuto solo ad un errore di stampa.
Distinti saluti
Claudio Pagnani
Uaar Prov.Ravenna