Sulle scuole private FISM

Sul dibattito relativo alla convenzione tra FISM e Comune di Ravenna pensiamo ci sia un fraintendimento.
Una parte politica – cercando un facile consenso – dà visibilità ai risparmi che il Comune avrebbe dalla convenzione con le scuole cattolicamente orientate. Dal nostro punto divista, la partita vera si gioca intorno alla sussidiarietà, parola avvelenata. In altre parole, lo Stato deve ritirarsi dalla gestione dei servizi pubblici e dare invece supporto e finanziamenti ai privati. Il sostegno dato alla convenzione FISM va in questa direzione.

Nel 1973 la Conferenza Episcopale Italiana ha promosso la costituzione della FISM Le scuole aderenti alla FISM sono impegnate a promuovere l’educazione integrale del bambino, secondo una visione cristiana dell’uomo, del mondo e della vita.

Questo è quanto dichiarato dal sito web della FISM nazionale. Per riprendere la Congregazione per l’educazione cattolica (2009):

Una scuola cattolica si caratterizza dal vincolo istituzionale che mantiene con la gerarchia della Chiesa, la quale garantisce che l’insegnamento e l’educazione siano fondati sui principi della fede cattolica e impartiti da maestri di dottrina retta e vita onesta […] In questi centri educativi, aperti a tutti coloro i quali ne condividano e rispettino il progetto educativo, deve essere raggiunto un ambiente scolastico permeato dello spirito evangelico di libertà e carità, che favorisca uno sviluppo armonico della personalità di ciascuno. In quest’ambiente viene coordinato l’insieme della cultura umana con il messaggio della salvezza, di modo che la conoscenza del mondo, della vita, dell’uomo, che gli alunni via via acquistano, sia illuminata dal Vangelo.

Sappiamo bene che il Codice di Diritto Canonico stabilisce come la Chiesa sia per sua natura missionaria e che:

I missionari, con la testimonianza della vita e della parola, istituiscano un dialogo sincero con i non credenti in Cristo, perché, con procedimento adatto al loro ingegno e cultura, si aprano loro le vie per le quali possano essere condotti a conoscere l’annuncio evangelico. (canone 787)

Ci fermiamo qui ed evidenziamo come, con soldi pubblici, si finanzi un’attività educativa che non è semplicemente privata. È confessionale. Ovviamente, riteniamo libera l’istituzione di scuole confessionali ma senza oneri da parte dello Stato, come bene evidenziato dall’articolo 33 della Costituzione italiana.
Secondo noi, solo la scuola pubblica – che sia statale o comunale – insegna ed educa secondo principi validi per tutti. Nella scuola di tutti e per tutti, non viene dato rilievo a impostazioni religiose o atee.
Le scuole FISM sono una risorsa perché mancano scuole pubbliche? Nel 2010, lo Stato italiano ha definito un importo da ripartire alla Chiesa cattolica di 977.010.978 euro (quasi un miliardo di euro), per la sola quota 8 per mille. Quante scuole si potrebbero costruire ogni anno?

Cerchiamo di sostenere le nostre posizioni con dati desunti da documenti ufficiali. Abbiamo consultato delibere e determine regionali, provinciali, comunali, documenti ministeriali. Non escludiamo di compiere errori ma, nel caso, ci piacerebbe capire esattamente quale documento abbiamo male interpretato. Il confronto politico ne avrebbe giovamento.

Secondo i nostri calcoli, le 39 sezioni delle 15 scuole dell’infanzia FISM, attive nel Comune di Ravenna per l’anno scolastico 2010-2011, sono assegnatarie, tra contributi statali, regionali e comunali, di oltre un milione di euro* (non considerando quindi le sezioni primavera rivolte ai bambini dai 24 ai 36 mesi che ricevono finanziamenti separati).

* Stato: € 7.250,00 per scuola; € 10.127,00 per sezione.
Comune: in origine € 12.000 per sezione (ma la convenzione del 2007 prevedeva su richiesta la  rivalutazione ISTAT).
Regione: Circa 1.500 euro per sezione. Risultano assegnati alla FISM provinciale, ulteriori 24.798,46 euro per Progetti per il sostegno di figure di coordinamento pedagogico.

La questione della mancanza di scuole comunali potrebbe essere efficacemente affrontata rivedendo al ribasso la percentuale degli oneri di urbanizzazione secondaria destinata annualmente alle religioni presenti sul territorio. A Ravenna, risultano beneficiari la Chiesa cattolica e, a partire dal 2003 (fondi erogati nel 2006), anche i Testimoni di Geova.

Dal 2001 (dati relativi al 1998) al 2010 (dati relativi al 2008) sono stati versati complessivamente circa tre milioni di euro. Ne ha beneficiato in larghissima parte la Curia diocesana di Ravenna-Cervia per nuove costruzioni o ristrutturazioni del patrimonio di proprietà**.

** Tra le fatture presentate al Comune nel 2006, in relazione agli oneri di urbanizzazione secondaria, ne compaiono alcune relative all’ampliamento della scuola materna parrocchiale di Madonna dell’Albero. A noi risulta, nello stesso 2006, da parte del Comune, il pagamento di un canone relativo al contratto di locazione di un immobile posto a Madonna dell’Albero, adibito ad uso scuola materna comunale. Si direbbe, quindi, che la stessa scuola materna parrocchiale sia poi stata affittata al Comune.

Diminuire la quota di questi oneri, non obbligatoria per legge, come avevamo proposto al Consiglio comunale nel 2009, avrebbe permesso una crescita del patrimonio pubblico.
Ad esempio, non esistono scuole dell’infanzia statali o comunali nella zona sud del Comune. Nelle zone di San Pietro in Campiano, San Zaccaria, Castiglione di Ravenna, i bambini non hanno alternativa alle scuole confessionali. In questo caso, dov’è la libertà di scelta delle famiglie? Semplicemente, non esiste.

Questi dati sono estratti da un documento analitico ad uso interno.

Banchetti informativi a Ravenna, in piazza Andrea Costa, nelle giornate di sabato 12, 19, 26 novembre, salle ore 15.30 alle ore 19.30.

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2 risposte a Sulle scuole private FISM

  1. eugenio scrive:

    sono interessato ad avere maggiori informazioni sul meccanismo degli oneri di urbanizzazione, in particolare i riferimenti di legge, per capire se anche a cervia si possa fare qualcosa , mi ha colpito il fatto che tale elargizione, a vostro dire, non riveste carattere di obbligatorietà, per cui sembra del tutto discrezionale da parte del Coimune anche nella determinazione della misura.
    Potreste essere più chiari

    Grazie

    Eugenio

  2. admin scrive:

    La non obbligatorietà è data da questo passaggio: L’incidenza degli oneri urbanizzazione secondaria (U2) salvo diverse percentuali stabilite con deliberazione del Consiglio comunale, è così indicata per tutte le classi di Comuni: – le chiese e gli altri edifici per servizi religiosi 7 %
    si trova nella delibera regionale 849/98. Qui un riassunto:
    http://ravenna.uaar.it/2009/11/una-scuola-di-tutti-o-una-chiesa-per-pochi/
    E’ talmente discrezionale che il Consiglio comunale di Ravenna nel 2009 ha discusso un ordine del giorno sulla riduzione. Se non fosse stato discrezionale non sarebbe stato preso in considerazione. Ciao, Fabio

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