(In riferimento all’articolo Ravenna città poco praticante ma l’anticlericalismo non c’è più di Simone Ortolani, Corriere Romagna, 23 dicembre 2011)
Girare la frittata, rigirarla, e girarla ancora è un’arte nel quale le gerarchie cattoliche sono maestre. Ma quando la parete su cui arrampicarsi somiglia più ad uno specchio liscio, che alle scale per il paradiso, risulta addirittura comico, se non fosse in realtà tragico, il tentativo dell’arcivescovo Verucchi e del Cardinale Tonini di girare a favore della Chiesa dei dati incontrovertibili sul processo di secolarizzazione in corso.
Non importano infatti dati oggettivi (reali) sui matrimoni civili contrapposti a quelli religiosi, il numero di figli nati fuori dal matrimonio, il numero di ragazzi che frequentano l’ora di religione, e la percentuale di chi destina l’otto per mille alla Chiesa… no, meglio appoggiarsi alle impressioni personali: in Romagna ho trovato una vera dimensione spirituale dice il Cardinal Tonini, quando nasce un bambino […] è vissuto dalla popolazione con una partecipazione che ne rivela un autentico spirito religioso. Ehi, ferma!
Certo che la nascita è un evento lieto per tutti, religiosi, atei, agnostici, onesti ed evasori… ma che c’entra… sta’ a vedere che nella loro personale statistica dello “spirito religioso percepito”, ci sono finiti anche i miei due figli non battezzati!
Poi, per amore di contraddizione, subito dopo Verucchi conferma invece che c’è una diminuzione del senso di appartenenza religiosa e di partecipazione alla vita della Chiesa; e va a cercare le motivazioni molto lontano: bisogna partire da un secolo fa dice, ed infila tutta una serie di non sequitur logici e contraddizioni: pare che a Ravenna siamo più secolarizzati perché ci sono state componenti socialiste/comuniste/mazziniane/garibaldine/repubblicane/massoniche/anarchiche/anticlericali… be’, grazie per aver messo tutto in un unico pentolone, ma soprattutto per averci ricordato che fra i fondatori della nostra Patria (Garibaldi e Mazzini) non c’erano certo delle fedeli pecorelle. Magari a qualcuno torna in mente che l’Italia ha dovuto combattere lo Stato Pontificio, per poter nascere.
Ma bisogna confrontarsi col 1903, continua il Verucchi, quando l’arcivescovo Conforti subì delle contestazioni, e allora adesso si può affermare che le cose vanno meglio.
Ah. Be’, allora è facile fare le statistiche: rispetto al medioevo, la percentuale dei credenti è certamente diminuita, ma rispetto al 300 a.C., ci sono moooooolti più cattolici che allora; poi rispetto al 1991 va peggio, rispetto al 1992, va meglio… basta scegliere una data a caso, ciascuno la preferita.
Poi all’aumento del secolarismo viene contrapposto l’aumento dei sacerdoti santi (e grazie, è la Chiesa che decide quali e quanti santi fare! Che valore statistico avrà mai questa affermazione?).
Poi, di nuovo stime ed impressioni personali sui partecipanti alla Chiesa (che strano, aumentano i partecipanti che, poi, però! vanno a sposarsi in Comune), sulla partecipazione dei bambini al catechismo e ai campi scuola estivi; caspita, vuole proprio dire che io conosco “tutti gli altri”, che rara combinazione!
Ma “tantissimi bambini” non ha significato, perché “tantissimi bambini” fanno “tantissime cose”. Tantissimi giovani, praticamente tutti, disobbediscono alla Chiesa quando fanno sesso prima del matrimonio, se proprio vogliamo fare una statistica…
E per finire la ciliegina sulla torta. L’appropriazione indebita dei valori e delle parole. a Ravenna […] sono apprezzati i valori della fedeltà alla parola data, della famiglia, della solidarietà, dello spirito di servizio, dell’onesta, dell’impegno per gli altri.
Esatto, concordo. Solo che non sono valori cristiani, come li chiamate voi, ma sono valori DI TUTTI. Che non fanno statistica a favore della Chiesa… no, proprio no. Anzi, le grandi conquiste sociali (vogliamo parlare del ruolo della donna nello Stato Vaticano?) sono venute dalla società secolarizzata. Da una società che permette a tutti di studiare e formarsi una propria opinione critica: e allora, le religioni rivelate dimostrano tutta la propria inconsistenza.
Ma per concludere, è vero, c’è una stonatura evidente: Ravenna risulta la seconda provincia più secolarizzata d’Italia in base a dati oggettivi, eppure le Istituzioni locali sono attente a mantenere rapporti privilegiati con la Chiesa cattolica e molti giornali si accodano.
Misteri della Fede.
(Andrea)
conosco Simone, e’ un bravo ragazzo.
deve uscire dall’ipnosi cristiana, lo aiutero’ a farlo.