Gentili amiche e amici,
come simpatizzante dell’UAAR ricevo regolarmente la vostra newsletter. Ho molto apprezzato che abbiate posto ad alcune liste per le imminenti elezioni regionali quattro molto puntuali domande laiche. Confesso che mi dispiace non abbiate sentito la necessità di porle anche ai candidati di Emilia Romagna Civica, la lista di ispirazione più schiettamente laica tra quelle concorrenti alle elezioni.
Come candidato di Emilia Romagna Civica nel collegio di Ravenna ho voluto rispondere, anche non richiesto, alle vostre domande e ve le giro di seguito, sperando che possiate accoglierle come un contributo di discussione politica.
Vi ringrazio per il vostro costante lavoro di promozione della laicità, cordiali saluti, Marco Cavalcoli
1) Testamento Biologico: le Dichiarazioni Anticipate di Trattamento nel Fascicolo sanitario elettronico La nuova tessera sanitaria-carta regionale dei servizi permette ai cittadini della nostra regione di accedere al fascicolo sanitario elettronico.
Come recentemente deliberato dalla regione Toscana, sosterrà l’inserimento nel fascicolo sanitario elettronico delle Dichiarazioni Anticipate di Trattamento?
L’autodeterminazione di ciascun cittadino in materia di salute e di fine vita è un tema da affermare con convinzione in ogni ambito. Considerare le conquiste scientifiche come strumenti che ciascuno di noi può liberamente scegliere per se stesso è un passo ineludibile per concepire uno Stato formato dai cittadini e non superiore ad essi. Come membro fin dalla sua fondazione dell’Associazione Luca Coscioni per la Libertà di Ricerca Scientifica considero questa una battaglia di civiltà e di democrazia. Sostengo quindi l’inserimento nel fascicolo sanitario elettronico delle Dichiarazioni Anticipate di Trattamento.
2) Assistenza religiosa non più a carico delle AUSL Grazie alle inchieste dell’Uaar, nello scorso mese di gennaio nella nostra regione è venuto a galla lo scandalo degli stipendi dei preti in corsia a carico delle AUSL: ogni anno le convenzioni stipulate dalle AUSL con le Curie pesano per oltre 2,2 milioni di euro sulle casse del Servizio Sanitario Regionale. Milioni di euro che sarebbero molto utili a un sistema sanitario sempre più in difficoltà.
Si adopererà affinché l’assistenza religiosa non sia più a carico delle AUSL?
Tenendo fermo il diritto dei malati a ricevere un’assistenza religiosa, e sia ben chiaro, di qualunque religione, trovo non giustificabile che i religiosi assistenti percepiscano un compenso pagato da tutti i cittadini. Ciascuna religione deve essere libera di organizzarsi autonomamente, senza aiuti di Stato. Il meccanismo dell’8 per mille finanzia già a sufficienza le confessioni religiose, tra l’altro con un meccanismo referendario da riformare radicalmente, che attualmente obbliga anche chi non vuole a versare una parte delle proprie tasse a questa o quella religione. L’assistenza religiosa non deve essere a carico delle AUSL.
3) Tutelare la salute e l’autodeterminazione delle donne L’obiezione di coscienza in materia di interruzione volontaria di gravidanza doveva essere una temporanea tutela per chi aveva intrapreso la carriera di medico ginecologo prima della legalizzazione dell’aborto. A 36 anni di distanza l’obiezione selvaggia lede la salute e l’autodeterminazione delle donne.
Si impegnerà per garantire interventi informativi sulla contraccezione nelle scuole, accesso senza ostacoli alla contraccezione post-coitale (pillola del giorno dopo) e all’aborto farmacologico (RU-486), e per avere almeno il 50% di ginecologi non obiettori nei nostri ospedali?
Coloro che hanno lottato per la legalizzazione dell’aborto in Italia vengono chiamati erroneamente abortisti, quando è sotto gli occhi di tutti che proprio grazie alla legalizzazione è stato quasi definitivamente raggiunto negli anni il loro dichiarato obiettivo di sconfiggere il flagello dell’aborto di massa. Le politiche oscurantiste producono i mali che dichiarano di combattere. Il buon funzionamento dei consultori e l’informazione nelle scuole sono strumenti fondamentali per tutelare la salute e l’autodeterminazione delle donne, anche informando gli uomini. Bisogna informare sui metodi contraccettivi, sul fatto che la pillola del giorno dopo non è una pillola abortiva, sull’aborto farmacologico. Personalmente trovo paradossale che i medici formatisi dopo il 1978 possano dichiararsi obiettori, ad ogni modo a livello regionale dobbiamo garantire che almeno il 50% dei ginecologi non siano obiettori, in ciascuno dei nostri ospedali, e che non vi siano obiettori nei consultori.
4) Fine dei finanziamenti pubblici dell’edilizia di culto La Regione Emilia Romagna, con Delibera di Consiglio 849/1998, fissò al 7% la quota indicativa di oneri di urbanizzazione secondaria da destinare all’edilizia di culto.
Le amministrazioni comunali, per disinformazione o per clericalismo, ritengono erroneamente che sia un balzello dovuto per legge, quando invece la stessa delibera regionale prevede che i comuni possano variare le percentuali indicate.
Si impegna modificare la normativa regionale eliminando l’edilizia di culto dalle destinazioni degli oneri di urbanizzazione secondaria?
Come ben argomentate nella domanda, gli oneri di urbanizzazione secondaria da destinare all’edilizia di culto vengono percepiti come un obbligo, sull’onda della cultura monoreligiosa che ha caratterizzato a lungo il nostro Paese. E’ tempo di chiarire l’equivoco, aggiornando le leggi alla realtà di una società che non ha più una religione di Stato e che vede crescere l’influenza di culti diversi sul territorio. Come ho scritto sopra, ciascuna religione deve essere libera di organizzarsi autonomamente, senza aiuti di Stato. L’eliminazione dell’edilizia di culto dalle destinazioni degli oneri di urbanizzazione secondaria aiuta a ristabilire condizioni di normalità democratica nella nostra Repubblica.