Oggi è partita la campagna di affissioni dei manifesti 6 metri x 3.
Ravenna
Faenza
Lugo
L’UAAR – Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti – è un’associazione apartitica, come enunciato dall’articolo uno del proprio statuto.
L’UAAR non dà, ne darà, indicazione di voto per alcuna lista.
Allo stesso tempo, siamo invece disponibili a fornire a tutte le forze politiche che ce lo chiederanno, così come è capitato con il Movimento 5 Stelle, materiale e documentazione sullo stato della laicità ravennate.
Riteniamo un’importante e positiva novità che questioni quali la destinazione degli oneri di urbanizzazione secondaria, siano argomento di discussione della campagna elettorale 2011.
Dopo la pausa estiva, il circolo riprende l’attività con una serie di cinque banchetti nel centro cittadino di Ravenna.
piazza Andrea Costa
dalle 15.30 alle 19.00
Visualizzazione ingrandita della mappa
sabato 18 settembre (dedicato al 20 settembre – annullato per maltempo)
sabato 2 ottobre
sabato 9 ottobre
sabato 16 ottobre
sabato 23 ottobre (dedicato allo sbattezzo)
Sabato 18 settembre, distribuiremo materiale associativo, ricorderemo il 20 settembre 1870, e presenteremo in anteprima i materiali della campagna Siamo tanti. Piu’ di quanto non credi.
La venuta a Ravenna del Senatore Ignazio Marino, ci permette di dare una lettura plausibile delle reazioni a due nostre petizioni presentate al Comune di Ravenna.
L’ultima nostra petizione, che chiede di istituire un registro comunale dei testamenti biologici, è stata presentata lo scorso maggio ed ha ricevuto un parere favorevole in tutte le dieci Circoscrizioni. Lo stesso Senatore Marino, appoggiandoli, ha dichiarato che questi registri comunali hanno una valore pressoché inesistente, perché privi di valore legale. Ne rimane quindi un intento politico.
Sappiamo, ovviamente, che per alcuni politici la possibilità dei singoli cittadini di esprimersi liberamente sulla volontà di essere sottoposti a trattamenti medici, in caso di malattia o lesione cerebrale invalidante, è questione non negoziabile. Per noi, laici e relativisti, le singole convinzioni religiose sulla fine della propria esistenza, non devono condizionare o, peggio, obbligare, chi invece ha un differente approccio alla vita. È questo un dato acquisito negli Stati europei che hanno superato certe pulsioni clericali.
Apprendiamo dalla stampa delle dure dichiarazioni di alcuni politici locali, sia della maggioranza che della minoranza, contro l’istituzione del registro dei testamenti biologici a Ravenna. Questa venuta allo scoperto ci permette però di interpretare l’accoglienza, ben diversa, che ha avuto una nostra precedente petizione. Lo scorso anno, chiedevamo che la quota derivata dagli oneri di urbanizzazione secondaria e che il Comune ha destinato finora alla Chiesa cattolica ed ai Testimoni di Geova, venisse ridotta in favore di strutture di proprietà pubblica, ovvero comunale. Per il quadriennio 2004-2007 la somma erogata alle confessioni religiose ha raggiunto 1.136.987,78 euro.
A noi sembrava una richiesta di buon senso ma la Commissione Affari Istituzionali e successivamente il Consiglio comunale si sono espressi in modo contrario. Ed ecco una chiave di lettura della politica ravennate. È sufficiente che si dichiari la possibilità di esprimersi a favore di una questione laica, sia pur simbolica – il registro dei testamenti biologici – che la parte politica più conservatrice ponga il proprio veto. E con buone probabilità di successo.
Così, leggere positive dichiarazioni da parte di altri politici, sulla laicità di Ravenna ci lascia dubbiosi quando non scettici. Non solo perché Ravenna è continuamente descritta come una città abitata o da cattolici o da musulmani, tralasciando che vi abitano migliaia di atei ed agnostici quanto perché una straordinaria occasione perduta era quella degli oneri di urbanizzazione secondaria.
Dunque, perché stupirsi se il finanziamento alle confessioni religiose, questione ben più concreta e terrena, è stata respinta o minimizzata con tale fermezza, anche da una certa parte che si sarebbe supposta laica?
Azimut Spa, società controllata con oltre il 50% dal Comune di Ravenna, ha inaugurato pochi giorni fa, nella zona cimiteriale della città, il nuovo forno crematorio cui è affiancata una sala del commiato, priva di simboli religiosi.
La sala del commiato è disponibile anche nel caso la salma venga inumata o tumulata. Sono disponibili circa 30 posti ed è in via di allestimento l’impianto di amplificazione. E’ previsto il pagamento di una quota.
E’ un segnale importante di attenzione nei confronti di tutti i cittadini – almeno di quelli residenti in città – e non possiamo che valutarlo positivamente. La legge definisce il Comune come l’ente locale che rappresenta la propria comunità, ne cura gli interessi e ne promuove lo sviluppo: risulta quindi una scelta politica condivisibile quella di dotare l’ambito cittadino di un luogo in cui anche le sensibilità filosofiche atee ed agnostiche possano trovare cittadinanza.
Sentirsi parte di una comunità rassicura, anche se in questa comunità non ci identifichiamo completamente o non ci identifichiamo affatto. In Italia gli atei e gli agnostici sembrano non esistere eppure le statistiche li valutano in milioni. Figurarsi poi in Romagna, in particolare la Provincia di Ravenna, dove la Chiesa cattolica sconta ancora l’avere dominato per centinaia d’anni questi territori. Come circolo di Ravenna, dopo avere organizzato incontri per valorizzare la laicità e il pensiero scientifico, vogliamo dare rilievo anche alla visibilità di scelte filosofiche così svalutate, quando non irrise, quali l’ateismo e l’agnosticismo. Noi, atei ed agnostici, non siamo né in via di estinzione come si diceva fossero i panda in Cina, né siamo pochi. Con questa campagna, Siamo tanti, più di quanto non credi, intendiamo comunicare un dato di fatto e sostenere gli atei ed agnostici nelle loro scelte quotidiane. Se non credi perché sposarsi in chiesa? Se non credi, perché battezzare tuo figlio, mandarlo a catechismo e fargli frequentare l’ora di religione? Se non credi, perché pensi di valere meno di chi ha un’appartenenza religiosa? Se non credi … cos’altro?
La campagna – completamente autofinanziata – partirà ad ottobre 2010. È possibile partecipare con una donazione da versare sulla PostePay 4023 6005 5856 5950 intestata a Gabriele Taglioni oppure scrivendo a ravenna@uaar.it .
Maggiori informazioni nel .pdf allegato, da stampare e diffondere.
A quanto risulta dai resoconti – non tutti completi – pubblicati nelle pagine dedicate alle Circoscrizioni del Comune di Ravenna, la petizione da noi promossa ha avuto una buona accoglienza. In almeno 8 su 10 Circoscrizioni il parere è risultato favorevole. In diverse c’è stata unanimità, in altre pochi voti di dissenso, in altre ancora il parere è stato più combattuto. L’aspetto sicuramente più interessante è da parte di alcuni consiglieri ritenuti credenti. Alcuni hanno duramente avversato la petizione, con le consuete argomentazioni non negoziabili; altri si sono espressi in modo non sfavorevole con motivazioni ben più meditate e convinte di altri consiglieri conosciuti come laici. Un elemento che rafforza l’idea di come la contrapposizione non sia tra credenti e non credenti bensì tra laici e clericali.
Appuntamento ora nella Commissione comunale preposta, facendo attenzione che, in caso di approvazione, sia effettivamente istituito il registro e garantire così libertà di scelta ai cittadini.
E’ iniziata la discussione, nelle Circoscrizioni del Comune di Ravenna, della petizione da noi presentata per istituire il registro comunale dei testamenti biologici. Rispetto alla precedente petizione, quella sugli oneri di urbanizzazione secondaria, la situazione è opposta e sembra che ci sia maggiore apertura a questa istanza. Certo, in almeno una Circoscrizione gli eletti del centrodestra e degli estremisti di centro pur di impedire la votazione – con esito probabilmente favorevole – hanno scelto di fare mancare il numero legale. In nome di verità non negoziabili, assolute, si cerca di negare, ad altri cittadini, il principio di autodeterminazione.
Siamo però fiduciosi che Ravenna voglia seguire l’esempio di Bologna e Rimini, dotandosi del registro dei testamenti biologici che nulla impone ma, al contrario, offre una libertà in più ai cittadini.
Chiediamo che anche a Ravenna venga istituito il registro dei testamenti biologici.
Così come per gli oneri di urbanizzazione secondari abbiamo predisposto una petizione al Consiglio comunale. Segue il testo della petizione (riprende quello della Rete Laica di Bologna che ringraziamo per averci facilitato il lavoro)
1. E’ istituito un Registro Telematico dei Testamenti Biologici presso l’Ufficio Comunale di Stato Civile.
2. L’iscrizione al Registro consente l’archiviazione delle dichiarazioni anticipate di volontà relative ai trattamenti sanitari espresse dai cittadini, denominate ai fini della presente delibera «testamento biologico».
3. L’iscrizione al Registro può essere richiesta da tutti i residenti del Comune di Ravenna.
4. Le iscrizioni nel Registro avvengono sulla base di un’istanza, alla quale è allegata una dichiarazione con firma autenticata a norma di legge che raccoglie le dichiarazioni anticipate di volontà relative ai trattamenti di natura medica, nella quale ogni cittadino possa esprimere la propria volontà di essere o meno sottoposto a trattamenti sanitari in caso di malattia o lesione cerebrale irreversibile o invalidante, o in caso di malattia che costringa a trattamenti permanenti con macchine o sistemi artificiali che impediscano una normale vita di relazione.
5. Il venir meno della situazione di residenza nel Comune non comporta la cancellazione dal registro.
6. Per i fini consentiti dalla legge e dalla normativa comunale l’Ufficio Comunale competente, a richiesta degli interessati, attesta l’iscrizione nel registro e rilascia copia del testamento biologico ricevuto dal cittadino.
7. L’Ufficio comunale preposto cura la tenuta del Registro su supporto informatico, con modalità e criteri tali che esso possa essere agevolmente collegato con i Registri Telematici di altri Comuni.
8. I soggetti le cui dichiarazioni sono inserite nel Registro ricevono un’informativa periodica biennale sulle medesime dichiarazioni in corso di validità nonché sulle modalità per il loro eventuale rinnovo o cancellazione.
9. L’Amministrazione comunale provvederà affinché le disposizioni della presente delibera siano pubblicizzate in tutto il territorio comunale, nelle forme ritenute più opportune.
E’ alto l’interesse per la libertà di scelta nel fine vita: tre banchetti nel centro cittadino sono stati sufficienti per raggiungere e superare le 350 firme richieste dal regolamento comunale. Questa mattina sono state consegnate presso l’URP comunale: entro 60 giorni dovremmo ricevere avviso di discussione formale. Dovremmo, perché la discussione della petizione sugli oneri di urbanizzazione secondaria è avvenuta oltre tre mesi dopo la presentazione della petizione.
Come sempre, informeremo circa lo svolgimento e l’esito della nostra richiesta.
Lo scorso 22 gennaio, presso la sede del Comune di Ravenna, è stata discussa in Commissione Affari Istituzionali, Partecipazione e Sicurezza la petizione che abbiamo promosso sugli oneri di urbanizzazione secondaria. Un confronto civile ma serrato, prevalentemente interno alla maggioranza consigliare (PD, PRI, PdCI, Sinistra Democratica, Movimento per la Sinistra) che ha visto i consiglieri di opposizione (PdL e una lista civica estremista di centro) più distanti. In sostanza, il capogruppo PD, Maestri, si è dichiarato contrario; un consigliere PD di area cattolica ha espresso voto di astensione mentre i rappresentanti degli altri gruppi di maggioranza si sono dichiarati favorevoli. L’assessore Maraldi ci ha comunicato, con lettera del 23 febbraio scorso:
Risulta difficile avere i dati da parte degli altri Comuni della nostra Regione su come vengono applicate queste norme ed in quale percentuale, naturalmente, a livello nazionale è ancora più complicato. Dal Sito Internet della stessa UAAR (Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti), si evince che in Italia i Comuni applicano una percentuale degli oneri a favore delle chiese che varia dal 7% al 13,5%, sono pochissimi i Comuni in Italia che applicano una percentuale inferiore al 7%. Non si ha notizia che al momento vi siano Comuni della nostra Regione che applicano percentuali diverse da quella prevista dalla Legge Regionale (7%).
Alla luce di quanto sopra esposto non si ritiene di accogliere quanto richiesto dalla petizione in oggetto.
Il fatto che in Regione non si abbia notizia di Comuni che applicano percentuali diverse da quelle indicate, il 7% appunto, sembra una motivazione piuttosto debole per giustificare il persistere del finanziamento alle confessioni religiose presenti sul territorio locale. Una scelta politica non diventa meno sbagliata se è compiuta dalla quasi totalità di chi ci circonda.
La discussione nella Commissione Affari Istituzionali era stata decisa dalla conferenza dei capigruppo, così come stabilisce il regolamento preposto. Opportunamente, per capire l’effettiva volontà del Consiglio comunale la capogruppo del Movimento per la Sinistra, Morigi, ha preannunciato un ordine del giorno, ispirato alla nostra petizione, a firma dei quattro gruppi. Questo il testo discusso nel Consiglio comunale del 22 febbraio scorso:
Considerato che:
I Comuni Italiani possono stornare una percentuale degli oneri di urbanizzazione secondaria incassati annualmente, a vantaggio di chiese ed altri edifici deputati all’esercizio di servizi religiosi
La normativa vigente attribuisce carattere di possibilità a questo provvedimento, e non di obbligatorietà, e che annualmente gli Enti Locali, attraverso questa misura, dirottano dai bilanci pubblici, ingenti somme di denaro verso le casse private delle istituzioni religiose confessionali
Preso atto che
Anche il Comune di Ravenna, annualmente destina alle confessioni religiose risorse importanti ricavate dallo storno di una percentuale di oneri (nell’anno 2004 €: 265.394,50 – nell’anno 2006 €:340.351,87)
L’Unione Atei Agnostici e Razionalisti di Ravenna ha presentato una petizione sottoscritta da più di quattrocento cittadini per chiedere che l’Amministrazione Comunale, in nome di un principio di laicità e trasparenza contabile, azzeri o riveda al ribasso tale percentuale
Tutto ciò premesso
Il Consiglio Comunale
Appoggia, sostiene e condivide la petizione dell’UAAR
Impegna il Sindaco e la Giunta a destinare la somma avanzata dall’azzeramento o revisione al ribasso della percentuale di oneri di urbanizzazione secondaria degli edifici religiosi, al miglioramento di strutture pubbliche al servizio di tutti i cittadini, come asili nido, scuole materne, consultori, case di riposo per anziani, luoghi di incontro, centri sociali e sportivi.
Gruppo Movimento per la Sinistra
Gruppo Sinistra Democratica
Gruppo Partito Repubblicani Italiani
Gruppo Partito dei Comunisti Italiani
Questo il risultato della votazione:
Consiglieri presenti 38;
Assenti: Fabbri, Romboli (L’Ulivo-PD); Fussi (PRI)
Votanti 34.
Astenuti 4: Banzi, Bassi, Pasini e Roberto Rubboli (L’Ulivo-PD)
Voti favorevoli 7: Morigi, De Mucci (MPS), Gambi (PRI), Venzi, Ricci (Sinistra Democratica), Diego Rubboli (PdCI), Mignola (L’Ulivo-PD)
Voti contrari 27: Matteucci (Sindaco); Ancisi, Frassineti, Fronzoni, (Lista per Ravenna); Artioli, Baroncini, Bessi, Casadio, Cavicchioli, Fabiani, Ferrucci, Galanti, Gatta, Maestri, Mosconi, Perini, Signani, Suzzi, Tarroni (L’Ulivo-PD); Baldini, Bertozzi, Bucci, Costa, Martini (FI-PdL); Covato, Palazzetti (AN-PdL); Spadoni (G. Spadoni per Ravenna)
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Nuovo banchetto informativo:
Sabato 24 APRILE
a partire dalle ore 16.00
in piazza Andrea Costa
qui, maggiori informazioni.