Il 12 maggio 2007 – con il Family day – le principali associazioni cattoliche si prodigarono per impedire il riconoscimento legale delle unioni di fatto, anche omosessuali. Tutto ciò in nome della famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna in quanto ispirato ai valori fondati nella natura umana.
Nel 2008, Remotti ha pubblicato Contro natura: una lettera al Papa (Laterza), un libro capace di demolire convinzioni tanto granitiche quanto discutibili. La famiglia fondata sul matrimonio di un uomo e una donna a noi sembra un fatto così normale da dover essere naturale. Ed invece, no, è solo un fatto culturale. Uno sguardo meno provinciale ci permetterebbe di conoscere realtà sociali in cui poligamia e omosessualità hanno, o hanno avuto, forme e ruoli a noi sconosciuti (e quindi innaturali). Come scrive Remotti Tutti coloro che sostengono la naturalità della famiglia, quasi inevitabilmente ritengono che esista un unico tipo di famiglia (per lo più quello presente nella propria società). il ricorso alla natura ha il significato di privilegiare un tipo di famiglia a scapito di tutti gli altri: e questo avviene o ignorando l’esistenza di altri tipi, o degradandoli a forme spurie, inautentiche, innaturali.
Gli Inuit dell’Alaska settentrionale, i Nyinba del Nepal, i Lele della Repubblica Democratica del Congo, i Na della Cina meridionale, i Navajo del nord America sono alcune popolazioni che presentano modelli famigliari diversi dal nostro. Per questo, sono contro natura?
VENERDI’ 29 MAGGIO
ore 17.00
Contro natura o secondo natura? Interventi e epoché culturali
Francesco REMOTTI
ordinario di antropologia culturale all’Università di Torino
Incontro organizzato dalla Facoltà di conservazione dei beni culturali dell’Università di Bologna.
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