4 Domande laiche

Gentile amica/o, ricevo e volentieri pubblico le risposte di un’altra candidata alle elezioni Regionali, circa le domande che abbiamo posto.

Ecco le risposte che riporto integralmente della candidata al Consiglio Regionale con la lista “L’Altra Emilia Romagna”, Angela Dall’Olio.

Grazie per l’attenzione ed un cordiale saluto.

Claudio Pagnani

 

 

 

 

Buonasera,

di seguito le risposte alle domande inviatemi.

Chiedo scusa per il ritardo e vi ringrazio sinceramente per aver posto a me e ad altri/e candidati/e domande su tematiche così importanti.

Cordiali Saluti,

 

Angela Dall’Olio

candidata al Consiglio Regionale per la lista L’Altra Emilia Romagna

 

1) Testamento Biologico: le Dichiarazioni Anticipate di Trattamento nel Fascicolo sanitario elettronico La nuova tessera sanitaria-carta regionale dei servizi permette ai cittadini della nostra regione di accedere al fascicolo sanitario elettronico.

Come recentemente deliberato dalla regione Toscana, sosterrà l’inserimento nel fascicolo sanitario elettronico delle Dichiarazioni Anticipate di Trattamento?

 

Assolutamente sì. La Dichiarazione Anticipata di Trattamento è lo strumento di salvaguardia del diritto individuale di decidere a quali terapie essere sottoposto, anche nel momento in cui non si è in grado di rivendicarlo. Questo diritto lo sancisce la nostra Costituzione “nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario, se non per disposizione di legge” art.32 ma anche il codice deontologico dei medici chirurghi e odontoiatri all’art. 38 “La dichiarazione anticipata di trattamento comprova la libertà e la consapevolezza della scelta sulle procedure diagnstiche e/o suglio interventi terapeutici che si desidera o non si desidera vengano attuati in condizioni di totale o grave compromissione delle facoltà cognitive o valutative che impediscono l’espressione di volontà attuali.

 

2) Assistenza religiosa non più a carico delle AUSL Grazie alle inchieste dell’Uaar, nello scorso mese di gennaio nella nostra regione è venuto a galla lo scandalo degli stipendi dei preti in corsia a carico delle AUSL: ogni anno le convenzioni stipulate dalle AUSL con le Curie pesano per oltre 2,2 milioni di euro sulle casse del Servizio Sanitario Regionale. Milioni di euro che sarebbero molto utili a un sistema sanitario sempre più in difficoltà.

Si adopererà affinché l’assistenza religiosa non sia più a carico delle AUSL?

 

Certo, a priori, anche se il Servizio Sanitario non fosse in difficoltà.

Per prima cosa trovo assurdo che vengano utilizzati soldi pubblici per finanziare un servizio che, a mio avviso, dovrebbe essere erogato gratuitamente dai religiosi. Nessuno può mettere in dubbio che per il malato credente la possibilità di praticare la propria fede dia conforto e sostegno, ma la religione è qualcosa di assolutamente personale e semmai, dovrebbe essere la comunità religiosa a farsi carico delle spese necessarie per offrire questo servizio.

 

3) Tutelare la salute e l’autodeterminazione delle donne L’obiezione di coscienza in materia di interruzione volontaria di gravidanza doveva essere una temporanea tutela per chi aveva intrapreso la carriera di medico ginecologo prima della legalizzazione dell’aborto.

A 36 anni di distanza l’obiezione selvaggia lede la salute e l’autodeterminazione delle donne.

Si impegnerà per garantire interventi informativi sulla contraccezione nelle scuole, accesso senza ostacoli alla contraccezione post-coitale (pillola del giorno dopo) e all’aborto farmacologico (RU-486), e per avere almeno il 50% di ginecologi non obiettori nei nostri ospedali?

 

Ecco, il lavoro più grande in tema di contraccezione e interruzione di gravidanza bisogna farlo proprio all’interno delle scuole da persone qualificate, che possano fornire alle giovani donne (e uomini) tutte le informazioni necessarie per evitare o interrompere una gravidanza indesiderata. Dall’ informazione nasce quella coscienza e quell’autodeterminazione che dobbbiamo tutelare sempre.

Se più del 50% dei medici è obiettore di coscienza in merito all’aborto, non siamo in grado di garantire questa tutela. Specialmente nei consultori, sono favorevole alla sola presenza di medici non obbiettori.

 

4) Fine dei finanziamenti pubblici dell’edilizia di culto La Regione Emilia Romagna, con Delibera di Consiglio 849/1998, fissò al 7% la quota indicativa di oneri di urbanizzazione secondaria da destinare all’edilizia di culto.

Le amministrazioni comunali, per disinformazione o per clericalismo, ritengono erroneamente che sia un balzello dovuto per legge, quando invece la stessa delibera regionale prevede che i comuni possano variare le percentuali indicate.

Si impegna modificare la normativa regionale eliminando l’edilizia di culto dalle destinazioni degli oneri di urbanizzazione secondaria?

 

Ritengo che anche in questo caso i soldi pubblici dovrebbero essere destinati a fornire strutture e servizi per tutti, non solo per gli appartenenti a una confessione religiosa. Tra l’altro la Chiesa Cattolica (prima beneficiaria) gode già di agevolazioni fiscali sugli “edifici di culto” (sarebbe anche interessante andare a vedere quanti in effetti lo sono…) e del contributo dell’8×1000.

Quindi sì, sarei a favore di una modifica della normativa.

 

Angela Dall’Olio

 

 

Mail: ravenna@uaar.it

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