Consultori e moratoria a Ravenna

Anche a Ravenna torna di attualità il tema dell’aborto. Un comitato si è costituito, e riunisce chi non si riconosce nella legge 194 del 1978, la norma che rese legale l’interruzione volontaria di gravidanza (IVG) o aborto. Al contempo, una interessante inchiesta, pubblicata su Ravenna&Dintorni, riprende la questione dei medici ginecologi obiettori, presenti nei consultori locali. Questi medici, avvalendosi di una norma della 194/78, non sono tenuti a prendere parte alle IVG né a prescriverla. Il monte ore dei medici obiettori è di 214 ore a fronte delle 142 ore dei medici che non hanno sollevato obiezioni di coscienza.

La disputa non è tra chi è a favore dell’aborto e chi è contrario. I due schieramenti sono entrambi contrari all’aborto, e non potrebbe essere che così. Ci si divide tra chi crede che la legge 194/78 abbia legalizzato un delitto (l’aborto) e chi pensa che la medesima legge abbia attuato una politica di riduzione del danno. Chi sostiene la moratoria per l’aborto – così si chiama, oggi, la campagna mediatica – non considera che questa pratica è sempre esistita nella storia. Pensare di sospendere, o cancellare, la legge 194/78, non farebbe altro che riportare alla pratica degli aborti clandestini. I fatti hanno la testa dura e non saranno gli amorevoli desideri a mutare la realtà. Oltretutto, dall’applicazione della legge ad oggi, il numero di aborti praticati si è costantemente ridotto.

Per la Regione Emilia-Romagna:

16.726 interruzioni volontarie di gravidanza – nel 1985 – contro le 10.136 effettuate nel 2004. (fonte ISTAT)

Significativo è invece il numero di donne straniere che ricorrono all’IVG e qui sono altre le considerazioni che si possono fare. Grande parte delle interruzioni volontarie di gravidanza potrebbero essere evitate con un uso più esteso dei metodi anticoncezionali. Difficile il dialogo con una Chiesa che affermò: In difesa della persona umana, la Chiesa si oppone all’imposizione di limiti riguardanti il numero dei membri di una famiglia e alla promozione di metodi per la limitazione delle nascite. (Papa Giovanni Paolo II, 1994)

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