Convenzione FISM

Segnaliamo la discussione del Consiglio Comunale di Ravenna (presso la sede di piazza del Popolo, 1)

giovedì 22 dicembre 2011 alle ore 15,00

del rinnovo delle due convenzioni FISM (scuole dell’infanzia cattoliche).

Chi può è invitato a partecipare e ad estendere l’invito ad altri.

Approvazione deliberazione adottata dal Consiglio di Amministrazione dell’Istituzione Istruzione e infanzia ad oggetto: “Approvazione schema di convenzione con la Federazione italiana Scuole Materne della Provincia di Ravenna relativa alle scuole dell’infanzia – periodo 2012/2016″.
immediatamente eseguibile

Approvazione deliberazione adottata dal Consiglio di Amministrazione dell’Istituzione Istruzione e infanzia ad oggetto: “Approvazione schema di convenzione con la Federazione italiana Scuole Materne della Provincia di Ravenna relativa alle sezioni primavera – periodo 2012/2016″.
immediatamente eseguibile

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Dopo il primo appuntamento dello scorso 8 dicembre, un secondo banchetto informativo UAAR è previsto a Faenza, dalle 9.00 alle 12.00, in piazza della Liberta’ (nei pressi della fontana monumentale ovvero del duomo)

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Cinema all’osteria Aurora

Questa sera, con The holy mountain termina il miniciclo organizzato all’osteria Aurora:

Mercoledì 30 Novembre 2011
THE HOLY MOUNTAIN (La montagna sacra) di Alexandro Jodorowsky

Anno 1973 – Origine Messico – Genere fantasy – Durata 115  Vietato minori 14
Attori: Juan Ferrara, Alexandro e Valerie Jodorowsky, Burt Kleiner
Musiche di Don Cherry

Già proiettati:

Mercoledì 23 Novembre 2011
NEL PIU’ ALTO DEI CIELI di Silvano Agosti

Anno 1977 – Origine Italia – Genere satirico, drammatico – Durata 100
Vietato minori 14 Attori: Livio Barbo, Edy Biagetti, Giorgio Bonora
Musiche di Nicola Piovani

Mercoledì 16 Novembre 2011
DOGMA di Kevin Smith

Anno 2003 – Origine Usa – Genere commedia – Durata 130
Attori Ben Affleck, Matt Damon, Linda Fiorentino, Alanis Morissette

apertura locale ore 19.00
inizio cena 20.00
inizio proiezione 21.30
info e prenotazione tavoli al 347 915 60 80

L’ingresso è riservato ai soci ed è possibile fare richiesta di ammissione in loco.

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Sulle scuole private FISM

Sul dibattito relativo alla convenzione tra FISM e Comune di Ravenna pensiamo ci sia un fraintendimento.
Una parte politica – cercando un facile consenso – dà visibilità ai risparmi che il Comune avrebbe dalla convenzione con le scuole cattolicamente orientate. Dal nostro punto divista, la partita vera si gioca intorno alla sussidiarietà, parola avvelenata. In altre parole, lo Stato deve ritirarsi dalla gestione dei servizi pubblici e dare invece supporto e finanziamenti ai privati. Il sostegno dato alla convenzione FISM va in questa direzione.

Nel 1973 la Conferenza Episcopale Italiana ha promosso la costituzione della FISM Le scuole aderenti alla FISM sono impegnate a promuovere l’educazione integrale del bambino, secondo una visione cristiana dell’uomo, del mondo e della vita.

Questo è quanto dichiarato dal sito web della FISM nazionale. Per riprendere la Congregazione per l’educazione cattolica (2009):

Una scuola cattolica si caratterizza dal vincolo istituzionale che mantiene con la gerarchia della Chiesa, la quale garantisce che l’insegnamento e l’educazione siano fondati sui principi della fede cattolica e impartiti da maestri di dottrina retta e vita onesta […] In questi centri educativi, aperti a tutti coloro i quali ne condividano e rispettino il progetto educativo, deve essere raggiunto un ambiente scolastico permeato dello spirito evangelico di libertà e carità, che favorisca uno sviluppo armonico della personalità di ciascuno. In quest’ambiente viene coordinato l’insieme della cultura umana con il messaggio della salvezza, di modo che la conoscenza del mondo, della vita, dell’uomo, che gli alunni via via acquistano, sia illuminata dal Vangelo.

Sappiamo bene che il Codice di Diritto Canonico stabilisce come la Chiesa sia per sua natura missionaria e che:

I missionari, con la testimonianza della vita e della parola, istituiscano un dialogo sincero con i non credenti in Cristo, perché, con procedimento adatto al loro ingegno e cultura, si aprano loro le vie per le quali possano essere condotti a conoscere l’annuncio evangelico. (canone 787)

Ci fermiamo qui ed evidenziamo come, con soldi pubblici, si finanzi un’attività educativa che non è semplicemente privata. È confessionale. Ovviamente, riteniamo libera l’istituzione di scuole confessionali ma senza oneri da parte dello Stato, come bene evidenziato dall’articolo 33 della Costituzione italiana.
Secondo noi, solo la scuola pubblica – che sia statale o comunale – insegna ed educa secondo principi validi per tutti. Nella scuola di tutti e per tutti, non viene dato rilievo a impostazioni religiose o atee.
Le scuole FISM sono una risorsa perché mancano scuole pubbliche? Nel 2010, lo Stato italiano ha definito un importo da ripartire alla Chiesa cattolica di 977.010.978 euro (quasi un miliardo di euro), per la sola quota 8 per mille. Quante scuole si potrebbero costruire ogni anno?

Cerchiamo di sostenere le nostre posizioni con dati desunti da documenti ufficiali. Abbiamo consultato delibere e determine regionali, provinciali, comunali, documenti ministeriali. Non escludiamo di compiere errori ma, nel caso, ci piacerebbe capire esattamente quale documento abbiamo male interpretato. Il confronto politico ne avrebbe giovamento.

Secondo i nostri calcoli, le 39 sezioni delle 15 scuole dell’infanzia FISM, attive nel Comune di Ravenna per l’anno scolastico 2010-2011, sono assegnatarie, tra contributi statali, regionali e comunali, di oltre un milione di euro* (non considerando quindi le sezioni primavera rivolte ai bambini dai 24 ai 36 mesi che ricevono finanziamenti separati).

* Stato: € 7.250,00 per scuola; € 10.127,00 per sezione.
Comune: in origine € 12.000 per sezione (ma la convenzione del 2007 prevedeva su richiesta la  rivalutazione ISTAT).
Regione: Circa 1.500 euro per sezione. Risultano assegnati alla FISM provinciale, ulteriori 24.798,46 euro per Progetti per il sostegno di figure di coordinamento pedagogico.

La questione della mancanza di scuole comunali potrebbe essere efficacemente affrontata rivedendo al ribasso la percentuale degli oneri di urbanizzazione secondaria destinata annualmente alle religioni presenti sul territorio. A Ravenna, risultano beneficiari la Chiesa cattolica e, a partire dal 2003 (fondi erogati nel 2006), anche i Testimoni di Geova.

Dal 2001 (dati relativi al 1998) al 2010 (dati relativi al 2008) sono stati versati complessivamente circa tre milioni di euro. Ne ha beneficiato in larghissima parte la Curia diocesana di Ravenna-Cervia per nuove costruzioni o ristrutturazioni del patrimonio di proprietà**.

** Tra le fatture presentate al Comune nel 2006, in relazione agli oneri di urbanizzazione secondaria, ne compaiono alcune relative all’ampliamento della scuola materna parrocchiale di Madonna dell’Albero. A noi risulta, nello stesso 2006, da parte del Comune, il pagamento di un canone relativo al contratto di locazione di un immobile posto a Madonna dell’Albero, adibito ad uso scuola materna comunale. Si direbbe, quindi, che la stessa scuola materna parrocchiale sia poi stata affittata al Comune.

Diminuire la quota di questi oneri, non obbligatoria per legge, come avevamo proposto al Consiglio comunale nel 2009, avrebbe permesso una crescita del patrimonio pubblico.
Ad esempio, non esistono scuole dell’infanzia statali o comunali nella zona sud del Comune. Nelle zone di San Pietro in Campiano, San Zaccaria, Castiglione di Ravenna, i bambini non hanno alternativa alle scuole confessionali. In questo caso, dov’è la libertà di scelta delle famiglie? Semplicemente, non esiste.

Questi dati sono estratti da un documento analitico ad uso interno.

Banchetti informativi a Ravenna, in piazza Andrea Costa, nelle giornate di sabato 12, 19, 26 novembre, salle ore 15.30 alle ore 19.30.

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Per una scuola dell’infanzia pubblica, aperta a tutte e a tutti, di qualità

Il circolo UAAR di Ravenna sostiene la petizione, per la scuola pubblica, promossa da Sinistra Ecologia Libertà di Ravenna.  Pensiamo che il problema possa essere affrontato solo smontando il sistema di finanziamento locale che vede da una parte gli oneri di urbanizzazione secondaria e, dall’altra, le convenzioni con le scuole confessionali. In secondo luogo, il finanziamento ai privati è già giustificato con l’assenza di offerta pubblica. Scritto questo, siamo sempre e comunque per la scuola pubblica, di tutti e per tutti. Utilizzeremo qualsiasi occasione, che pure non ci convince completamente, per informare sul finanziamento pubblico delle scuole confessionali.

 

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Kennedy e Gramsci

Ravenna&Dintorni ha dedicato un servizio agli ex comunisti locali. Matteo Cavezzali, il giornalista, ha chiesto loro una preferenza tra Kennedy (Robert? Ted? John? Probabilmente quest’ultimo) e Gramsci. È un’occasione per accennare a due interventi di John Kennedy e Antonio Gramsci sulla Chiesa cattolica ed in particolare all’educazione.

John Kennedy, messaggio alla Greater Houston Ministerial Association (Texas) del 12 settembre 1960:

È apparentemente necessario, secondo me, riaffermare una volta ancora  – non in quale genere di Chiesa io credo, questione che dovrebbe essere importante solo per me – quanto in quale America io credo […] Credo in un’America dove la separazione tra Stato e Chiesa è assoluta; dove nessun prelato cattolico dice al Presidente – dovesse essere cattolico – come agire, e nessun pastore protestante dice ai suoi parrocchiani per chi votare; dove a nessuna Chiesa o scuole confessionali, sono concessi fondi pubblici o privilegi politici, e dove a nessuna persona è negato un impiego pubblico solo perché la sua religione è diversa da quella del Presidente che lo potrebbe nominare, o dei cittadini che lo potrebbero eleggere […] Credo in un Presidente le cui opinioni sulla religione sono una questione privata […] Contrariamente a quanto riferiscono i giornali, non sono il candidato cattolico alla Presidenza. Sono il candidato del Partito Democratico cui capita anche di essere cattolico. Non parlo per conto della mia Chiesa sulle questioni pubbliche e la Chiesa non parla per me. Qualunque questione debba affrontare come Presidente, se dovessi essere eletto – sul controllo delle nascite, divorzio, censura, gioco d’azzardo o qualunque altra questione, deciderò secondo questi convincimenti, in accordo con quanto la mia coscienza mi dirà essere nell’interesse nazionale, e senza tenere conto di pressioni o prescrizioni religiose esterne. E nessuna autorità o minaccia di penitenza potrà farmi decidere altrimenti […]

Antonio Gramsci, così nell’Avanti! del 3 aprile 1917:

È incominciata la settimana di Passione. Passione di Cristo nelle nenie catarrose dei vecchi parroci e delle beghine tabaccose, passione dei bambini e dei giovinetti che i familiari costringono a compiere quelli che si è soliti chiamare doveri religiosi. Li abbiamo già visti per la strada molti di questi bambini, candidovestiti, con la palma nelle tenui dita, testimonianza vivente della vanità delle loro madri. E fra di essi c’erano anche dei figliolini di proletari, e forse fra di essi c’era anche il figliolino di qualcuno di quei proletari che più strillano di anticlericalismo e di laicità. Non potremo mai abbastanza ripetere ai nostri lettori che essi hanno specialmente il dovere di porre d’accordo la teoria con la pratica. E non si tratta di settarismo né di costrizione della libertà di alcuno. Si tratta di una pura e semplice questione di serietà. È necessario che anche l’uomo partecipi alla vita familiare per ciò che riguarda l’educazione dei figli, e non lasci alla donna il monopolio della formazione intellettuale e del carattere dei bambini. E vi partecipi con le sue idee e i suoi principi che, essendo improntati allo spirito di libertà, non possono che giovare all’educazione delle nuove generazioni. Lasciare che la coscienza dei bambini sia manipolata dai preti, sia invischiata di vanità, di pretismo, di lagrimoso spirito cristiano è un permettere che i bambini soggiacciano ad una violenza. Per una falsa concezione della tranquillità domestica si lascia da molti che ciò avvenga. Tranquillità domestica prende il significato di poltroneria. Poltroneria dell’uomo che rinunzia al proprio compito di educatore, che rinunzia alla verità delle sue idee, che rinunzia alla sua coscienza per evitare qualche piccolo attrito, per evitare una discussione. Mentre non sarebbe difficile trovare un accordo tra l’uomo e la donna sui criteri generali da seguire per l’educazione interiore dei figlioli, sulla base della libertà più ampia di coscienza. I figli dei proletari devono essere lasciati liberi di poter scegliere nell’età più matura la via che meglio loro aggradi; nessuna ipoteca sul loro carattere, sul loro avvenire. Si diano loro gli elementi per poter meglio e con maggior sicurezza scegliere. Ma siano elementi di pensiero, non vane vistosità di cerimonie esteriori. Il pericolo è qui appunto: che non si dà ai bambini una vera educazione religiosa, ma li si abitua solo ad appagarsi di pompe vane, di vestitini, di palme, di ipocrisie. I padri di famiglia proletari devono cercare di impedire che continui questa azione antieducativa delle cerimonie religiose. È un loro dovere categorico. La settimana di Passione di Cristo non deve essere la settimana di passione della coscienza della fanciullezza, indifesa dalla poltroneria di quelli che invece dovrebbero difenderla.


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Laik-aid a Faenza

Il Laik-aid – la mostra d’arte a sostegno delle battaglie laiche del circolo UAAR di Ravenna – diventa itinerante. Dopo l’esordio 2010 e il ritorno 2011, a Ravenna, Laik-aid passa a Faenza con un numero maggiore di artisti e in una sede di pregio: la bottega Bertaccini.

Appuntamento quindi sabato 10 settembre, ore 18.00, per l’inaugurazione a:

Faenza in Corso Garibaldi, 4

La mostra rimarrà aperta fino il 6 ottobre con orario 9.30-12.30 e 16.00-19.30 (chiuso domenica e lunedì)

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Qualcosa che forse non sai della Provincia di Ravenna


Indicatori di benessere, energetici, di urbanizzazione, di vivibilità e altri ancora, cercano di dare una rappresentazione dei territori.

Geografia dell’Italia cattolica, di Roberto Cartocci, ricerca recentemente pubblicata da l’editore Il Mulino, fornisce un profilo interessante delle Province italiane. È una lettura consigliata a tutti, ma specialmente agli amministratori locali. Potrebbero accorgersi di governare un territorio più laico di quanto credono.

Per la Provincia di Ravenna:

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Omofobia e Insegnamento della Religione Cattolica

Il recente caso che ha visto coinvolte una studentessa lesbica ed una insegnante di religione, di una scuola della Provincia di Ravenna rappresenta una buona occasione per fare il punto sull’IRC, l’Insegnamento della Religione Cattolica.

L’Insegnamento della Religione Cattolica è un prodotto del Concordato stipulato tra la Repubblica italiana e la Santa Sede, nel 1984. L’insegnamento è presente in tutte le scuole statali, dall’infanzia (3 anni) alle superiori. In Italia, secondo il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, nell’anno scolastico 2009-10 erano in servizio 26.326 insegnanti di religione (54 in Provincia di Ravenna) a carico dello Stato, per un costo annuale stimato in circa 800 milioni di euro. Questi insegnanti per potere svolgere la loro funzione devono preventivamente essere riconosciuti idonei dall’autorità ecclesiastica. La legge 18 luglio 2003, n. 186, ha inoltre stabilito l’assunzione a tempo indeterminato del 70 per cento dei posti d’insegnamento complessivamente funzionanti (Nell’anno scolastico 2009-10, gli assunti in ruolo erano così 13.880).

Chi insegna religione cattolica nelle scuole segue determinate indicazioni didattiche. La ragazza in questione ha così verificato che nelle scuole secondarie superiori, gli insegnanti di religione devono adoperarsi affinché lo studente conosca gli orientamenti della Chiesa sull’etica personale e sociale, sulla bioetica, sull’etica sessuale oppure che conosca origine e natura della Chiesa, scopra le forme della sua presenza nel mondo (annuncio, sacramenti, carità) come segno e strumento di salvezza

Non è una supposizione dell’UAAR. È più realisticamente un esempio di quanto prevedono le Indicazioni sperimentali per l’insegnamento della religione cattolica nel secondo ciclo di istruzione , come il Ministro Gelmini ha comunicato ai Direttori generali degli Uffici Scolastici Regionali, nell’agosto 2010.

Chi non desidera frequentare un’ora che per noi è semplicemente di catechismo cattolico, può utilizzare altrimenti questo tempo scuola. L’UAAR è disponibile nel dare assistenza ai genitori ed agli studenti che intendono avvalersi dell’ora alternativa, dello studio individuale o assistito, in particolare quando questo diritto sia loro negato.

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La conversione di Matteucci

Il Sindaco di Ravenna, Matteucci, ha pubblicamente manifestato* di essere un convertito  cattolico.

Dopo avere disseminato indizi per tutto il suo primo mandato, ci saremmo molto stupiti se si fosse dichiarato ateo, buddhista o mormone. Quando un Sindaco, come successo nel dicembre 2009, riceve un crocifisso dal vescovo locale, ringrazia e lo appende nel proprio ufficio di amministratore pubblico, non occorre la consulenza del commissario Maigret o di Dylan Dog per capire che, forse, questo Sindaco ha un legame particolare con la religione cattolica. Un rapporto privilegiato con la Chiesa cattolica che ha avuto cura di comunicare tramite la stampa.

Ci soffermiamo su due passi dell’intervista del Sindaco.

In primo luogo, difendere il diritto, e quasi il dovere, del Santo Padre e dei vescovi di intervenire attivamente e pubblicamente su temi di rilevanza sociale non può che trovarci d’accordo.

La libertà di espressione è una libertà fondamentale dei regimi democratici che fu duramente combattuta e repressa dalla Chiesa cattolica quando questa disponeva del potere politico. Oggi, vediamo dispiegare un grande attivismo politico verso i nostri rappresentanti eletti a governarci e verso i cittadini che si battono per la propria libertà di decidere della propria vita (Coscioni. Welby, Englaro ma anche tutte le coppie che scelgono di ricorrere alla procreazione medicalmente assistita e le persone omosessuali che vorrebbero regolarizzare le proprie unioni affettive).

In secondo luogo, afferma che se la Chiesa interviene su questioni che riguardano la politica deve accettare un’interlocuzione da pari a pari, e quindi essere anche criticata.

Anche qui siamo completamente d’accordo. L’interlocuzione deve essere da pari a pari, quindi considerando che solo la Chiesa cattolica gode di straordinari privilegi economici di origine pubblica, occorre prima ripristinare una situazione di parità. Occorre eliminare i finanziamenti pubblici – statali, regionali e specificamente, comunali – alle confessioni religiose. Ricordando appena il miliardo di euro che, solo con l’8 per mille, lo Stato italiano versa annualmente nelle casse della Chiesa cattolica, qualche proposta, per limitarci al locale.

Come può pensare, il Sindaco Matteucci, che la Chiesa cattolica intervenga da pari a pari se lui stesso intende continuare a versare il 7 per cento degli oneri di urbanizzazione secondaria (circa 250.000 euro all’anno) al vescovado e rinnovare la convenzione con le scuole private paritarie di orientamento cattolico che è costata finora circa 500.000 euro all’anno?

E’ un caso bizzarro di laicità in cui, parafrasando George Orwell, tutti i cittadini sono uguali ma alcuni sono più uguali degli altri.

*La voce di Romagna, 26 giugno 2011.

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Ce n’eravamo accorti

«Ero ateo, da qualche anno sono diventato cattolico». Il sindaco di Ravenna Fabrizio Matteucci confessa di aver abbracciato il cattolicesimo e indica nel cardinale Ersilio Tonini il suo modello di riferimento nel mondo cattolico. Il 54enne ravennate – iscritto al Partito comunista nel 1973, al Partito democratico della sinistra nel 1991 – riconosce che questa sua scelta personale avrà conseguenze anche sul suo agire politico: «I miei ideali influiscono». Così su Ravenna&Dintorni

Ce n’eravamo accorti.

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