Una scuola di tutti o una chiesa per pochi? 2

Cosa sono gli oneri di urbanizzazione e come vengono definiti?

Così li definisce la Regione Emilia-Romagna:

La Regione definisce l’entità ed i criteri di applicazione degli oneri di urbanizzazione che i Comuni devono adottare nel proprio territorio. Gli oneri di urbanizzazione sono contributi dovuti ai Comuni, da coloro che realizzano interventi di costruzione e di trasformazione edilizia. Sono dovuti a titolo di partecipazione alle spese che i Comuni sostengono per  l’urbanizzazione del loro territorio. Si distinguono in oneri di urbanizzazione primaria (U1) e secondaria (U2). I primi concorrono alla realizzazione di strade, parcheggi, fognature, illuminazione pubblica, verde pubblico, sistemi di distribuzione dell’acqua, dell’energia, del gas. Gli oneri di urbanizzazione secondaria sono destinati alla realizzazione di scuole e asili, chiese, centri civici, parchi urbani, impianti sportivi, parcheggi pubblici.

In particolare, i beneficiari degli oneri di urbanizzazione secondari, sono definiti dalla delibera regionale 849/98:
a) gli asili nido e le scuole materne;
b) le scuole dell’obbligo;
c) i mercati di quartiere;
d) le delegazioni comunali;
e) le chiese e gli altri edifici per servizi religiosi;
f) i centri civici e sociali, le attrezzature culturali e sanitarie;
g) gli spazi pubblici a parco e per lo sport;
h) i parcheggi pubblici.

L’incidenza degli oneri urbanizzazione secondaria (U2) salvo diverse percentuali stabilite con deliberazione del Consiglio comunale, è così indicata per tutte le classi di Comuni:
–  le chiese e gli altri edifici per servizi religiosi 7 %

A cosa viene finalizzato questo 7%?

il Comune, d’intesa con gli enti religiosi istituzionalmente competenti, destina la quota percentuale indicata […] per chiese ed altri edifici per servizi religiosi, in primo luogo all’acquisizione di aree previste dagli strumenti urbanistici vigenti per chiese ed altri edifici per servizi religiosi, da cedere gratuitamente in proprietà all’ente religioso, ovvero al rimborso delle spese documentate per l’acquisizione di dette aree, ed inoltre ad interventi per la costruzione o il ripristino di attrezzature religiose, con particolare riferimento ai valori monumentali e storici. Si intende per attrezzature religiose gli edifici per il culto e le opere parrocchiali, gli istituti religiosi educativi ed assistenziali per bambini e anziani, le attrezzature per attività culturali, ricreative e sportive.

In Italia, si riafferma continuamente la separazione tra Stato e Chiese senza però dare seguito concreto a questo enunciato. Oltretutto, la supposta adesione maggioritaria alla religione cattolica dovrebbe essere considerata alla luce di dati analitici. La percentuale nazionale dei contribuenti che firma a favore della Chiesa cattolica, in occasione della scelta dell’8 per mille (dichiarazione dei redditi), si attesta a circa il 35% del totale mentre, per rimanere nell’ambito del nostro caso pilota, il Comune di Ravenna, se si considera il rito di celebrazione dei matrimoni, il matrimonio civile supera quello religioso: nel 2007, ben il 58,7% (fonte ISTAT)

Qual è, dunque, il motivo per cui un Comune dovrebbe finanziare culti locali, più o meno rappresentativi? 1.136.987,78 euro relativi a 4 anni (2004-2007; ultimi dati disponibili) sommati agli importi dal 1999 al 2003, sarebbero stati invece utili per aumentare e qualificare il patrimonio pubblico comunale. La nuova scuola materna comunale di Porto Corsini, inaugurata pochi mesi fa, è costata 1.950.000 euro. Senza le uscite destinate alle confessioni religiose, il Comune potrebbe avere un edificio scolastico in più ed avere dato una risposta ai bambini che hanno affollato, ed affollano, le liste d’attesa degli asili nido comunali.

Nel dettaglio:

Ravenna: tabella oneri di urbanizzazione secondari, 2004-2007

Ravenna: tabella oneri di urbanizzazione secondari, 2004-2007

E negli altri Comuni della Provincia?

A Lugo, per l’anno 2006, sono stati erogati € 68.961,71 in favore di opere attuate negli edifici della Curia di Imola e Faenza e € 12.000,00 alla comunità ebraica di Ferrara per il mantenimento del cimitero ebraico che servì la comunità ebraica lughese.  A Bagnacavallo, per l’anno 2007, è stata rimborsata alla parrocchia S. Antonio Abate di Masiera la somma di € 18.181,80 per lavori di  manutenzione ordinaria alla copertura della chiesa. Il Comune di Cervia, per l’anno 2007, ha distribuito € 70.643,49, € 63.579,15 alla Curia locale e € 7.064,34 ai Testimoni di Geova. A Castel Bolognese, sempre per il 2007, è stata erogata una somma di € 10.146,13 alla locale parrocchia arcipretale a seguito della ristrutturazione di una porzione del fabbricato ex convento Capuccini, ora adibito a circolo ricreativo parrocchiale.  A Conselice, anno 2007, i 14.484,76 euro sono stati ripartiti tra le parrocchie di S. Patrizio vescovo (ricostruzione dei marciapiedi perimetrali esterni dell’ex asilo parrocchiale e restauro dei muri di recinzione) e S. Martino vescovo di Conselice (lavori di manutenzione eseguiti nella chiesa e presso la casa di accoglienza S. Antonio) e la locale congregazione cristiana dei Testimoni di Geova (copertura dell’edificio di culto).

Dati raccolti su scala nazionale sono presenti alla pagina della campagna oneri promossa dall’UAAR.

La diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro nel 2001 fece ricorso contro il Comune di Civitella in val di Chiana (AR) per ottenere una percentuale degli oneri di urbanizzazione secondaria. Il TAR toscano, nel 2004, respinse il ricorso della diocesi. Questo indica come i soldi versati dai Comuni non siano un obbligo bensì una consuetudine o comunque una scelta politica.

Le risorse che il Comune incassa dovrebbero andare a giovamento di tutti i cittadini, senza distinzione di  appartenenza religiosa.

Scarica qui l’inserto pubblicitario comparso su Ravenna&Dintorni del 19 novembre 2009.

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Bagnacavallo: una lettera al Sindaco

Spett. Sindaco del Comune di Bagnacavallo,
apprendiamo, da persone presenti all’accaduto, che il 19.09.2009, in occasione della cerimonia di inaugurazione di un parcheggio in via Cadorna, a fianco della rappresentanza dell’Amministrazione comunale ha avuto voce un sacerdote cattolico che, oltre alla benedizione, ha dato luogo alla recita di alcune preghiere accompagnate da un breve intervento a sfondo religioso.
Premesso che:
– non si capisce quale sia la necessità di un rito religioso, in qualsiasi forma esso sia, all’inaugurazione di un servizio pubblico;
– anche in considerazione di una (mai ben quantificata) maggioranza di cattolici nel nostro paese, resta il fatto (che qui vorremmo sottolineare) che la nostra Costituzione, quindi l’origine delle leggi e dello spirito dello Stato  democratico e repubblicano, più volte riporta al rispetto di tutti i cittadini e al fondamento di laicità delle istituzioni pubbliche;
– proprio in nome di tale laicità nessuno vuole impedire l’esercizio del culto, ma ci sembra ci siano già sul territorio luoghi e spazi idonei in cui espletarlo;
Si fa notare che:
– sempre più cittadini si rivolgono alla nostra associazione (fra le migliaia di contatti giornalieri sul nostro sito internet nazionale) per denunciare sopraffazioni e ingiustificabili invasioni in ogni campo (dalla scuola al lavoro, dai mass media all’economia, ecc.) della Chiesa cattolica, che a fronte di una sempre più palese emorragia di “vocazioni” e fedeli, cerca di infiltrarsi e condizionare ogni ambito della vita sociale;
– l’invasione di qualsiasi spazio, anche se peculiare di una mentalità che ritiene di essere la sola a conoscere la verità, non dovrebbe essere agevolato in una società che si proponga il rispetto delle diverse concezioni del mondo;
– se, forse, alla base di questo evento ci fosse la preoccupazione di non ledere la sensibilità dei cittadini cattolici, altrettanto non si dimostra per quelli che cattolici non sono.
Ci sono forse cittadini di serie A e di serie B?
Non svolgere alcun rito religioso in tali occasioni non dovrebbe danneggiare o offendere nessuno, se non chi si arroghi il diritto di imporre ad altri la propria visione del mondo, ma ciò è evidentemente in opposizione ai principi costituzionali sopra citati.
Detto ciò, nel rispetto del ruolo che Lei occupa e in nome della tradizione di laicità e tolleranza che fa onore alla storia politica in particolare di questo territorio, Le chiediamo di evitare in futuro il ripetersi di tali situazioni, che finirebbero per discriminare (ancora una volta) i cittadini che non si conformano al culto dominante.

Disponibili ad aprire un dialogo su questo e altri argomenti inerenti ai nostri fini statutari porgiamo distinti saluti.
Circolo provinciale UAAR di Ravenna

Per correttezza Le premettiamo che questa lettera e la Sua eventuale risposta saranno pubblicate sul nostro sito internet provinciale
—————————

Lo scorso 31 ottobre, abbiamo ricevuto la risposta di Laura Rossi, Sindaco di Bagnacavallo. Ne  riportiamo il testo.

Sono francamente dispiaciuta nell’apprendere che la benedizione e un breve intervento di un sacerdote cattolico, svolti in occasione della cerimonia di inaugurazione del parcheggio di via Cadorna, hanno urtato la sensibilità di qualcuno.

Non era certamente nostra intenzione discriminare i cittadini non cattolici, né ledere il principio di laicità delle istituzioni. Abbiamo inteso dare seguito a una consuetudine tradizionale, che non riguarda solo Bagnacavallo, ma tante altre città italiane, la quale si inserisce in un contesto di buoni rapporti tra le autorità civili e le autorità religiose che vede una reciproca presenza in particolari situazioni ufficiali.

Buoni rapporti caratterizzati da uno spirito di collaborazione che vede le parrocchie e le associazioni di vclontariato a sfondo religioso partecipare attivamente e contribuire in modo significativo a tante attività promosse  dall’Amministrazione comunale – anche concedendo spazi di intervento durante le cerimonie religiose – allo scopo di operare insieme per il bene della comunità e di tutti i cittadini, senza distinzione alcuna.

Ritengo che il modo migliore per ribadire il principio di laicità delle istituzioni pubbliche sia quello di sforzarci tutti insieme di evitare di erigere barriere e steccati ed essere invece disponibili a promuovere la massima aperture al dialogo e al confronto fra le persone.

A disposizione per ulteriori chiarimenti, invio distinti saluti.

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Quando c’era il Papa

VENERDI’ 25 SETTEMBRE

ore 21.00

sala conferenze albergo Ala d’Oro
corso Matteotti, 56 Lugo

Il Risorgimento e l’unificazione italiana
Dalle origini al mito

Alberto MALFITANO

Ricercatore di Storia contemporanea – Università di Bologna

Non so concepire maggiore sventura per un
popolo colto che di vedere riunito in una sola
mano, in mano de’ suoi governanti, il potere
civile e il potere religioso

Camillo Benso, conte di Cavour

Discorsi parlamentari, 27 marzo 1861

Giugno 1859: termina il dominio dei Papi sulle Romagne ed inizia il
governo del Regno d’Italia
20 settembre 1870: con la breccia di Porta Pia e la conquista di
Roma giunge al culmine il processo risorgimentale iniziato alla fine
del Settecento.
A distanza di 150 anni, le tensioni liberali e progressiste, il
coinvolgimento popolare che caratterizzarono il Risorgimento sono
ancora oggetto di polemiche strumentali a disegni politici.
La presenza del Papa a Roma diede luogo ad uno scontro che si
prolunga ancora oggi. Quale il ruolo e i meriti dello Stato della
Chiesa nel Risorgimento?

Scarica l’invito

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Piergiorgio Odifreddi a Ravenna

Piergiorgio Odifreddi, matematico e divulgatore scientifico, sarà a Ravenna, il prossimo 9 settembre, mercoledì.

Nel tardo pomeriggio, alle ore 18.00, sarà alla libreria Feltrinelli per incontrare informalmente i lettori e firmare i propri libri.
In serata, alle ore 21.00, terrà una conferenza nell’ambito del settembre dantesco (dedicato all’anno dell’astronomia) organizzato dalla biblioteca Classense:
“Come Galileo e Keplero hanno visto la Luna e come hanno immaginato che da essa si vedesse la terra”

Odifreddi, Presidente onorario dell’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti, è autore di:
*Il Vangelo secondo la scienza. Le religioni alla prova del nove (Einaudi, 2005), Perché non possiamo essere cristiani (e meno che mai cattolici) (Longanesi, 2007), e dell’ultimo In principio era Darwin. La vita, il pensiero, il dibattito sull’evoluzionismo (Longanesi, 2009).

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Una scuola di tutti o una chiesa di pochi?

Il circolo di Ravenna riprende  l’attività pubblica con una serie di cinque banchetti informativi.
In particolare, sarà possibile firmare la petizione che chiede al Consiglio comunale di Ravenna di  rivedere al ribasso la percentuale degli oneri di urbanizzazione secondaria che viene destinata alla  confessioni religiose presenti sul territorio.
Verranno distribuiti anche materiali sull’insegnamento della religione cattolica nelle scuole e sulla  possibilità di avvalersi dell’ora alternativa.

I banchetti informativi si terranno a Ravenna, in pieno centro, in piazza XX settembre.


Visualizzazione ingrandita della mappa

AGOSTO
28 venerdi’ ore 20.30 – 23.30

SETTEMBRE
4 venerdi’ ore 15.00 – 19.00
5 sabato ore 15.00 – 19.00
12 sabato ore 15.00 – 19.00
25 venerdi’ ore 15.00 – 19.00

Il Comune di Ravenna ha destinato alla Chiesa cattolica e ai testimoni di Geova locali, in soli  quattro anni (2004-2007), ben 1.136.987,78 euro.
La delibera regionale che disciplina gli oneri di urbanizzazione secondari (849/1998) ne indica il  7% in primo luogo, per l’acquisizione di aree previste dagli strumenti urbanistici vigenti per chiese  ed altri edifici per servizi religiosi, da cedere gratuitamente in proprietà all’ente religioso, ovvero  al rimborso delle spese documentate per l’acquisizione di dette aree, ed inoltre ad interventi per la  costruzione o il ripristino di edifici per il culto e le opere parrocchiali, gli istituti religiosi educativi  ed assistenziali per bambini e anziani, le attrezzature per attività culturali, ricreative e sportive,  con particolare riferimento ai valori monumentali e storici.
Premesso ciò, ricordare questo ulteriore finanziamento pubblico alle Chiese non è affatto una  fissazione stravagante ma questione molto concreta. Poniamo una questione di laicità ed equità.

Chiediamo, al Consiglio comunale ravennate, di rivedere quanto meno al ribasso questa  percentuale, favorendo così attività che siano a vantaggio di tutti i cittadini e non solo di una  comunità religiosa. E’ notizia recente che centinaia di bambini dai 3 mesi ai 6 anni non hanno  potuto avere accesso ai servizi nido e scuola dell’infanzia comunali per mancanza di posti. La nuova  scuola materna comunale di Porto Corsini inaugurata pochi mesi fa, è costata 1.950.000 euro: in  soli quattro anni il Comune ha finanziato due confessioni religiose per quasi 1.140.000 euro (ai  cattolici il 94,3%, € 1.072.013,41; ai testimoni di Geova il rimanente 5,7%, € 64.974,37).

Considerando che la delibera regionale indicante questa percentuale è del 1998, calcoliamo che un  abbassamento radicale di questo 7% ed una conseguente destinazione rivolta ai bisogni dell’intera  comunità cittadina, avrebbe consentito la costruzione di almeno un edificio scolastico comunale  capace di dare una risposta importante e qualificata a centinaia di bambini ravennati. Possibili  destinazioni alternative potrebbero essere – come indica la delibera – parchi pubblici, campi  sportivi, i servizi sociali e culturali pubblici.
Una struttura pubblica è di tutti i cittadini: una struttura ecclesiastica, anche se è stata pagata con un  finanziamento comunale, entra invece nella disponibilità della confessione religiosa che ne  regolamenta l’accesso a propria discrezione.

Per noi, non ci sono cittadini con diritti maggiori di altri, ci sono cittadini senza distinzione di  orientamento sessuale, appartenenza politica, filosofica, religiosa, sociale.

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+ luoghi di culto = + turismo

In astratto, in generale, io sono per una società dove ci sia il pluralismo religioso, anzi io addirittura ho proposto che nella nuova Darsena, si facciano nella stessa piazza tre piccoli luoghi di culto delle tre principali religioni monoteiste: la cattolica, l’ebraica la musulmana perché secondo me diventerebbe meta di un turismo religioso e culturale enorme.

Fabrizio Matteucci, Sindaco di Ravenna

A parte che è il cristianesimo, non il cattolicesimo, ad essere considerato uno dei tre principali monoteismi, una città in cui sono concentrati i luoghi di culto di – addirittura – quattro confessioni religiose esiste già e piuttosto vicino a noi. Dubrovnik/Ragusa, sull’altra sponda dell’Adriatico presenta chiese cattoliche e ortodossa, sinagoga e moschea. Nella città croata non c’è un’idea azzardata ma il risultato di un processo secolare.

Rileggendo questa dichiarazione è quasi automatico ripensare al programma presentato dal Sindaco al momento delle elezioni (2006) in cui c’era un riferimento esplicito all’essere “fedeli ai principi della laicità dello Stato“. Curioso che chi è laico e ricopre una carica pubblica desideri la costruzione di edifici religiosi. Non è, questa, una prerogativa dei credenti che decidono e si adoperano per i propri luoghi di culto?  E, ancora, con tutto il rispetto per chi crede, auspicare la costruzione di edifici religiosi per fini turistici, non è forse una proposta in sintonia con la nostra società, in cui tutto è merce, anche ciò che si vorrebbe espressione dei sentimenti più profondi?

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Dio esiste

Il potere dei luoghi di guarigione; Il neocolonialismo del preservativo che disprezza la dignità dell’Africa; Le apparizioni di Laus e i misteriosi profumi; Cambiamenti nella società italiana e nella Chiesa; La straordinaria storia di Nando Bonini il chitarrista di Vasco Rossi … sono alcuni degli ultimi articoli pubblicati da Il sociale oggi, pubblicato dalle Edizioni Carismatici Francescani. Il periodico, distribuito gratuitamente, tra considerazioni sulla società attuale e la pubblicità del libro Don Amorth a Radio Maria ci segnala il sito dell’editore: dioesiste.org.

La pubblicazione, a  cura di alcune associazioni sparse per l’Italia, tra cui le Carismatiche Francescane di Ravenna è in collaborazione con la Caritas e l’Assessorato ai Servizi Sociali di Ravenna. Ci piacerebbe conoscere le ragioni e le modalità che portano un Assessorato di un Comune a collaborare con una pubblicazione con un orientamento religioso così chiaro. Certamente non le ragioni della laicità.

E quale sarà la straordinaria storia del chitarrista di Vasco Rossi? Già. Ha trovato dio e adesso è un uomo completo.

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150 anni dalla fine del dominio pontificio

Il 13 giugno 1859 finiva a Ravenna il dominio pontificio. Che liberazione!

L’anticlericalismo in Romagna ha lasciato il segno, se nel romagnolo troviamo i termini ciaténi per le locali beghine o squaciaréll per i politici clericali (dal colore della diarrea – squaciarèla –  simile ai colori papali) fino ad arrivare alla lapide che, nella rocca di Lugo ricorda l’uccisione del luterano Andrea Relencini. Perché il dominio papale, a parte qualche frangia revanscista, non ha lasciato un buon ricordo? Quali furono gli strumenti del consenso? Il ruolo sempre più politico che la Chiesa cattolica rivendica per l’oggi, quali punti di contatto presenta con il dominio dello Stato della Chiesa? 150 anni fa finiva il dominio pontificio ma non il clericalismo.

Organizzeremo, nei prossimi mesi, un incontro con uno storico per cercare di inquadrare e capire meglio questo periodo.  Consigliamo, per l’estate, una lettura interessante: le Memorie di un vecchio carbonaro ravegnano, scritte da Primo Uccellini (1802-1884).

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La famiglia naturale. Francesco Remotti a Ravenna

Il 12 maggio 2007 – con il Family day – le principali associazioni cattoliche si prodigarono per impedire il riconoscimento legale delle unioni di fatto, anche omosessuali. Tutto ciò in nome della famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna in quanto ispirato ai valori fondati nella natura umana.

Nel 2008, Remotti ha pubblicato Contro natura: una lettera al Papa (Laterza), un libro capace di demolire convinzioni tanto granitiche quanto discutibili. La famiglia fondata sul matrimonio di un uomo e una donna a noi sembra un fatto così normale da dover essere naturale. Ed invece, no, è solo un fatto culturale. Uno sguardo meno provinciale ci permetterebbe di conoscere realtà sociali in cui poligamia e omosessualità hanno, o hanno avuto, forme e ruoli a noi sconosciuti (e quindi innaturali). Come scrive Remotti Tutti coloro che sostengono la naturalità della famiglia, quasi inevitabilmente ritengono che esista un unico tipo di famiglia (per lo più quello presente nella propria società). il ricorso alla natura ha il significato di privilegiare un tipo di famiglia a scapito di tutti gli altri: e questo avviene o ignorando l’esistenza di altri tipi, o degradandoli a forme spurie, inautentiche, innaturali.

Gli Inuit dell’Alaska settentrionale, i Nyinba del Nepal, i Lele della Repubblica Democratica del Congo, i Na della Cina meridionale, i Navajo del nord America sono alcune popolazioni che presentano modelli famigliari diversi dal nostro. Per questo, sono contro natura?

VENERDI’ 29 MAGGIO

ore 17.00

via Mariani, 5 Ravenna

Contro natura o secondo natura? Interventi e epoché culturali

Francesco REMOTTI

ordinario di antropologia culturale all’Università di Torino

Incontro organizzato dalla Facoltà di conservazione dei beni culturali dell’Università di Bologna.

Scarica qui la locandina.

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Ferrara: la natura delle razze

Non è a Ravenna (o Provincia) ma al museo di Storia Naturale di Ferrara quindi facilmente raggiungibile. In occasione dei 200 anni dalla nascita di Charles Darwin:

MERCOLEDI’ 20 MAGGIO

ore 21.00

via Filippo de Pisis 24 Ferrara

La natura della razza

Intervengono:

Guido Barbujani
Università di Ferrara
“Biodiversità e politiche razziali”

Ann Morning
New York University
“Concetti americani delle differenze umane” (in italiano)

Stefano Mazzotti
Museo di Storia Naturale di Ferrara
“Uomini, specie, razze, etnie”
(Con visita tematica al percorso espositivo del Museo)

Scarica la locandina.

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